Il Fondo nazionale del Made in Italy è diventato operativo con il decreto 25 febbraio 2025. Il fondo favorisce lo sviluppo delle filiere industriali strategiche, l’accesso alle materie prime critiche e l’attrazione di investimenti esteri. Il decreto attuativo definisce le modalità di accesso, gli ambiti di intervento, i criteri per la realizzazione degli investimenti e la struttura operativa del fondo.
Il decreto 25 febbraio 2025 del MEF reca la disciplina del Fondo nazionale del made in Italy. Per la precisione individua i requisiti e le relative condizioni d’accesso, nonché i criteri per la realizzazione degli investimenti rendendo, di fatto, operativo il fondo.
Il fondo nasce con la finalità strategica di sostenere la crescita, il rafforzamento e il rilancio delle filiere produttive nazionali, oltre che il potenziamento dell’accesso a materie prime critiche, funzionali alla transizione energetica, alla trasformazione tecnologica e allo sviluppo di modelli di economia circolare.
Il Fondo ha una dotazione pubblica iniziale pari a 1 miliardo di euro per il biennio, con l’obiettivo di mobilitare ulteriori 1 miliardo di euro da parte di investitori privati e internazionali, consolidando così un potente strumento pubblico-privato a sostegno della competitività industriale italiana.
Possono accedere agli interventi previsti dal FNMI le imprese costituite in forma di società di capitali, comprese le cooperative, con sede legale in Italia, a esclusione di quelle operanti nei settori bancario, finanziario e assicurativo.
Si prevede l’istituzione di un Comitato tecnico strategico per l'indirizzo strategico e il coordinamento dei programmi di investimento del fondo (FNMI).
Inoltre, il decreto definisce le disposizioni per l'attuazione dell'art. 4, c. da 1 a 6, della legge 27 dicembre 2023, n. 206, come modificato e integrato dall'art.13 del decreto legge 25 giugno 2024, n. 84, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 2024, n. 115, individuando:
a) i requisiti e le condizioni di accesso;
b) i criteri per la realizzazione degli investimenti diretti e indiretti;
c) le tipologie e gli interventi finalizzati alla realizzazione di investimenti a condizioni di mercato;
d) le modalità di apporto delle risorse;
e) l'individuazione dei veicoli di investimento.
Quali sono le finalità del fondo
L’obiettivo del Governo è dotare il sistema produttivo italiano di strumenti finanziari flessibili, reattivi e capaci di mobilitare risorse pubbliche e private per rafforzare la sovranità industriale, l’autonomia tecnologica e la competitività del Made in Italy sui mercati internazionali.
Secondo quanto previsto dall’art. 1 del decreto, il Fondo nazionale del Made in Italy persegue le seguenti finalità:
- rafforzare e rilocalizzare le filiere produttive strategiche in Italia e in Europa, incentivando progetti industriali coerenti con le priorità della politica industriale nazionale;
- favorire l’approvvigionamento, la lavorazione e il recupero di materie prime critiche, riducendo la dipendenza da paesi terzi e garantendo la sicurezza delle forniture;
- sostenere l’innovazione tecnologica e la transizione digitale dei comparti industriali ad alta intensità di capitale e know-how;
- promuovere modelli industriali circolari e sostenibili, capaci di generare impatti ambientali positivi e allineati agli obiettivi climatici europei;
- attrarre investimenti esteri diretti e capitali istituzionali, potenziando l’immagine e la presenza del Made in Italy nei mercati globali ad alta crescita;
- valorizzare le eccellenze manifatturiere italiane, in particolare nei settori a forte identità nazionale (agroindustria, moda, design, meccanica di precisione, automotive).
Qual è la dotazione finanziaria
L’art. 2 del decreto stabilisce che il Fondo dispone di una dotazione pubblica iniziale pari a 1 miliardo di euro per il biennio 2025-2026, allocata nel bilancio dello Stato e gestita dal MIMIT.
Quali sono gli interventi
Il fondo può intervenire attraverso diverse forme:
- investimenti diretti o indiretti in equity e quasi-equity;
- partecipazione a veicoli di investimento tematici;
- finanziamenti subordinati o convertibili;
- coinvestimenti con soggetti privati;
- supporto alla creazione di joint ventures o consorzi industriali.
I progetti saranno selezionati sulla base di criteri di impatto industriale, ritorno economico, sostenibilità ambientale, capacità di generare occupazione qualificata e coerenza con gli obiettivi strategici del Fondo.
Fonte: IPSOA
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