Fiere: contributi Pmi


Perchè associarsi

Il 7 ottobre 2025 e il 9 ottobre 2025 sono le date a partire dalle quali imprese e organizzatori possono presentare le loro domande di contributo per, rispettivamente, partecipare alle manifestazioni fieristiche oppure organizzarle. Per le PMI è previsto un contributo a fondo perduto sotto forma di buono, pari al 50% delle spese ammissibili sostenute o da sostenere per la partecipazione a fiere nazionali e internazionali organizzate in Italia, fino ad un massimo di 10.000 euro. Per gli organizzatori l’agevolazione è concessa nei limiti delle risorse finanziarie e nella misura massima del 50% delle spese ammissibili. Come partecipare al bando?

Il decreto interministeriale 26 giugno 2025 ha definito, in attuazione dell’ art. 33 della legge 27 dicembre 2023, n. 206, i criteri e le priorità per il finanziamento delle imprese ai fini della partecipazione alle manifestazioni fieristiche, le attività e le misure organizzative necessarie ad assicurare il coordinamento tra gli operatori fieristici, i criteri e le modalità per la selezione dei mercati rionali da finanziare e le modalità per evitare duplicazioni di interventi rispetto ad altri strumenti di sostegno previsti dalla legislazione vigente.
Si prevedono tre linee di intervento: di queste le prime due interessano le PMI e gli organizzatori di manifestazioni fieristiche, la terza, che sostiene i mercati rionali, interessa invece le amministrazioni regionali.
Le prime due sono:
- linea 1. Sostegno alle PMI per la partecipazione alle manifestazioni fieristiche.
L’agevolazione di sostanzia in un contributo a fondo perduto, concesso nella forma di “buono” del valore massimo di 10.000 euro, destinato a favore delle PMI aventi sede nel territorio nazionale, per la partecipazione alle manifestazioni fieristiche internazionali organizzate in Italia riferite ai settori rispetto ai quali sono associati più elevati costi dell’esposizione fieristica, individuati all’ art. 7 del decreto ministeriale 26 giugno 2025, che si tengono nel periodo compreso tra l'8 agosto 2025, data di pubblicazione del decreto predetto ministeriale sul sito web istituzionale del Ministero, e il 31 dicembre 2025.
L’agevolazione è concessa nel rispetto dei limiti di intensità del Regolamento de minimis applicabile, nella misura massima del 50% delle spese ammissibili e nei limiti delle risorse finanziarie destinate per l’intervento.
Ai fini dell’ammissibilità, i soggetti interessati non devono aver partecipato alle precedenti edizioni delle manifestazioni fieristiche per cui si richiedono le agevolazioni nei precedenti tre anni dalla data di presentazione dell’istanza. Il possesso del requisito dovrà essere attestato dall’organizzatore della relativa manifestazione fieristica mediante apposita dichiarazione.
Lo stanziamento complessivo previsto per l’intervento è di 7.880.000 euro;
- linea 2. Sostegno agli organizzatori per la realizzazione di iniziative di coordinamento strutturale e organizzativo.
L’agevolazione di sostanzia in un contributo a fondo perduto, concessa ai sensi del Regolamento de minimis 2023/2831, in favore degli organizzatori di manifestazioni fieristiche nazionali che intendono realizzare progetti volti all’organizzazione in Italia di manifestazioni o eventi fieristici, in presenza, virtuali o “ibridi”, di rilievo internazionale per far conoscere e diffondere anche all’estero l’eccellenza del made in Italy.
L’agevolazione è concessa nei limiti delle risorse finanziarie e nella misura massima del 50% delle spese ammissibili.
L’incentivo è rivolto agli organizzatori di manifestazioni fieristiche aventi sede legale e/o operativa nel territorio nazionale che intendono realizzare, in forma congiunta, progetti volti all’organizzazione in Italia di manifestazioni o eventi fieristici, in presenza, virtuali o “ibridi”, di rilievo internazionale per far conoscere e diffondere anche all’estero l’eccellenza del made in Italy.
Ai fini dell’ammissibilità, i progetti devono essere presentati, in maniera congiunta, da almeno due organizzatori e prevedere costi complessivi non inferiori a 200.000 euro, I.V.A. esclusa.
Lo stanziamento complessivo previsto per l’intervento è di 1.970.000,00 euro.

Quali sono le finalità delle agevolazioni al sistema fieristico

Il decreto direttoriale dell’11 agosto 2025 si inserisce nel quadro degli interventi delineati dall’art. 33 della legge n. 206/2023, con l’obiettivo di rafforzare il ruolo del sistema fieristico nazionale quale motore di internazionalizzazione e piattaforma di sviluppo per le imprese italiane. Le fiere costituiscono, infatti, uno snodo fondamentale per l’accesso a nuovi mercati, la promozione del Made in Italy e l’incontro tra domanda e offerta in settori ad alta intensità di competenze e innovazione.
L’iniziativa risponde a due esigenze strategiche. In primo luogo, abbattere le barriere economiche che limitano la partecipazione delle PMI alle manifestazioni fieristiche, soprattutto nei comparti caratterizzati da costi di esposizione elevati. L’introduzione del “buono fiere”, fino a 10.000 euro e pari al 50% delle spese ammissibili, consente alle piccole e medie imprese di rafforzare la propria presenza nelle principali vetrine nazionali e internazionali, contribuendo a incrementarne la visibilità e la capacità competitiva.
In secondo luogo, il provvedimento punta a potenziare la dimensione organizzativa del settore, sostenendo gli operatori fieristici nella realizzazione di progetti di coordinamento strutturale e gestionale.
L’obiettivo è creare un ecosistema fieristico più integrato, capace di sviluppare strategie comuni, attrarre investitori e visitatori dall’estero e consolidare il posizionamento dell’Italia tra i principali hub fieristici europei.
Le finalità strategiche non si limitano al sostegno finanziario, ma includono anche aspetti trasversali:
- la valorizzazione della parità di genere e della legalità, premiate in fase di selezione;
- il rispetto delle regole sugli aiuti di Stato “de minimis”;
- l’allineamento con la nuova classificazione ATECO 2025;
- la coerenza con gli obiettivi di digitalizzazione e trasparenza introdotti dalle riforme PNRR.

Chi sono i soggetti beneficiari

Il decreto individua due categorie principali di beneficiari:
- le PMI;
- gli organizzatori di manifestazioni fieristiche nazionali.
Per quanto riguarda le imprese, il sostegno si concretizza nell’assegnazione di un buono fiere finalizzato a coprire fino al 50% delle spese ammissibili, con un tetto massimo di 10.000 euro per ciascun soggetto richiedente. Possono presentare domanda le PMI con sede legale o stabile organizzazione in Italia, regolarmente iscritte al Registro delle imprese e operanti in uno dei settori classificati secondo la nuova codifica ATECO 2025. È ammessa una sola istanza per ciascun beneficiario e il buono può riferirsi a una o più manifestazioni fieristiche, nazionali o internazionali, organizzate in Italia a partire dall’8 agosto 2025.
Tra i requisiti, rivestono particolare importanza il possesso del rating di legalità e della certificazione di parità di genere, che consentono l’attribuzione di punteggi premiali in sede di graduatoria. Per le imprese di medie dimensioni, inoltre, a partire dal 2 ottobre 2025 è obbligatoria la regolarità con gli adempimenti assicurativi introdotti dal D.L. n. 39/2025 sui rischi catastrofali, condizione necessaria per l’ammissibilità al contributo.
La seconda categoria di beneficiari è rappresentata dagli organizzatori di fiere nazionali, intesi come soggetti riconosciuti e iscritti nel calendario ufficiale delle manifestazioni. Essi possono accedere a contributi per la realizzazione di progetti di coordinamento strutturale e organizzativo del comparto, con una soglia minima di spesa pari a 200.000 euro, IVA esclusa. Ogni organizzatore, singolarmente o in forma aggregata con un capofila mandatario, può presentare una sola istanza.
Il decreto prevede inoltre specifici vincoli:
- l’impossibilità di cumulare il contributo con altre agevolazioni pubbliche per le stesse spese;
- la necessità di rispettare i limiti previsti dal regolamento europeo sugli aiuti “de minimis”;
- l’obbligo di garantire la tracciabilità dei pagamenti mediante l’indicazione del Codice unico di progetto (CUP) su tutte le fatture.

Quali sono le spese ammissibili

Il decreto definisce con precisione le tipologie di spese rimborsabili nell’ambito delle due linee di intervento (buono fiere per le PMI e contributi agli organizzatori) al fine di garantire trasparenza e coerenza con la disciplina europea sugli aiuti di Stato.
PMI
Per le PMI beneficiarie del buono fiere, sono considerate ammissibili le spese direttamente connesse alla partecipazione a manifestazioni fieristiche nazionali e internazionali organizzate in Italia a partire dall’8 agosto 2025.
Rientrano tra i costi eleggibili:
- l’affitto e l’allestimento degli spazi espositivi;
- il trasporto e la movimentazione dei materiali espositivi;
- i servizi di montaggio e smontaggio;
- la realizzazione di materiali promozionali e di comunicazione dedicati all’evento;
- le spese per hostess, interpreti e personale di supporto impiegato durante la fiera.
Il buono può coprire fino al 50% delle spese sostenute e documentate, entro il limite massimo di 10.000 euro, con obbligo di tracciabilità dei pagamenti e di indicazione del CUP su ogni fattura. Sono espressamente escluse le spese non collegate alla presenza in fiera, i costi generali aziendali e le spese già oggetto di altri contributi pubblici.
Organizzatori
Per gli organizzatori di fiere nazionali, le spese ammissibili riguardano invece progetti di coordinamento strutturale e organizzativo volti a rafforzare il sistema fieristico. L’agevolazione è concessa nei limiti delle risorse finanziarie e nella misura massima del 50% delle spese ammissibili.
Tra le voci finanziabili figurano:
- costi per la promozione e l’internazionalizzazione delle manifestazioni;
- spese per servizi innovativi, digitali e tecnologici a supporto degli espositori;
- attività di marketing, comunicazione e incoming di buyer esteri;
- costi del personale impiegato nei progetti (se rendicontati con apposita documentazione delle ore lavorate);
- spese per consulenze specialistiche e servizi esterni strettamente connessi all’attuazione dell’iniziativa.
La soglia minima di progetto è fissata a 200.000 euro, IVA esclusa, con possibilità di erogazione del contributo in due tranche, anche a titolo di anticipazione, previa fideiussione bancaria o assicurativa.

Come e quando partecipare

Il decreto direttoriale distingue tra la linea destinata alle PMI e quella riservata agli organizzatori di fiere nazionali. In entrambi i casi, la gestione è affidata al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con il supporto operativo di Invitalia, e l’intero iter si svolge esclusivamente per via telematica.
Per le PMI
L’iter prevede due fasi:
1) richiesta del buono fiere: le domande devono essere compilate in lingua italiana e presentate, tramite la piattaforma informatica accessibile dai siti del MIMIT (www.mimit.gov.it) e di Invitalia (www.invitalia.it) a partire dalle ore 12:00 del 7 ottobre 2025 e fino alle ore 12:00 del 28 ottobre 2025. È ammessa una sola istanza per ciascuna impresa;
2) richiesta di rimborso: i soggetti che hanno ottenuto l’assegnazione del buono possono presentare successivamente l’istanza di rimborso delle spese effettivamente sostenute e pagate per la partecipazione alle manifestazioni, allegando fatture con CUP e documentazione attestante i pagamenti. Il termine ultimo per l’invio delle richieste di rimborso è fissato alle ore 12:00 del 30 marzo 2026.
Ai fini della graduatoria, ogni istanza è valutata sulla base di indicatori economico-finanziari (ad esempio redditività e solidità patrimoniale), con eventuali maggiorazioni derivanti dal possesso del rating di legalità e/o della certificazione di parità di genere. In caso di parità di punteggio, prevale l’ordine cronologico di presentazione.
Per gli organizzatori di fiere nazionali
Le domande devono essere presentate dal legale rappresentante del soggetto capofila (o da un delegato munito di procura) a partire dalle ore 12:00 del 9 ottobre 2025 e fino alle ore 12:00 del 30 ottobre 2025, sempre attraverso le piattaforme digitali del Ministero e di Invitalia. Anche in questo caso è ammessa una sola istanza per ciascun soggetto o raggruppamento.
I progetti devono rispettare una durata massima prestabilita e prevedere una spesa minima di 200.000 euro, IVA esclusa. La valutazione delle istanze si basa su criteri oggettivi quali il numero di visitatori delle manifestazioni organizzate, il livello occupazionale e l’entità delle spese preventivate. Viene quindi stilata una graduatoria, con punteggi calcolati tramite interpolazione lineare e soglie minime di ammissibilità per ciascun indicatore.
L’agevolazione è concessa nei limiti delle risorse finanziarie e nella misura massima del 50% delle spese ammissibili. L’erogazione del contributo agli organizzatori avviene in una o due tranche, commisurate allo stato di avanzamento del progetto. La prima quota può essere richiesta anche come anticipazione, a condizione di presentare una fideiussione bancaria o assicurativa pari all’importo anticipato. La quota a saldo deve invece essere richiesta entro novanta giorni dalla chiusura della manifestazione o, in ogni caso, entro i termini massimi previsti dal decreto.
In entrambi i percorsi, è fondamentale il rispetto degli obblighi di tracciabilità e trasparenza: tutte le fatture devono riportare il Codice Unico di Progetto (CUP) e la dicitura relativa alla legge n. 206/2023; l’agevolazione non può essere cumulata con altri contributi pubblici sulle medesime spese; i beneficiari sono soggetti ai controlli di Invitalia e del Ministero.
Le scadenze fissate dal decreto delineano un calendario serrato, volto a concentrare in pochi mesi l’avvio e la gestione delle misure, con l’obiettivo di sostenere concretamente la partecipazione delle imprese e il rafforzamento degli organizzatori già a partire dal ciclo fieristico 2025-2026.

Fonte: Ipsoa
Manifestazioni fieristiche: contributi agli organizzatori e alle PMI che partecipano

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